All’interno delle donne sole ci sono molte donne anziane che oggi raggiungono numeri molto alti destinati a crescere.
Sono sole da sempre? Sono rimaste sole? Sono sole perché le famiglie hanno cambiato morfologia? il dato è che sono sole in gran numero perché più longeve, ma più malate (le donne sono la maggioranza dei pazienti delle RSA), ed in genere più fragili anche per ragioni di maggiore povertà: Il Gap pensionistico in Italia supera il 30% a sfavore delle pensioni delle donne che quindi risentono in vecchiaia di politiche del lavoro e di conciliazione che le hanno penalizzate. I dati Inps regionali ci dicono che a Milano la media dell’assegno pensionistico delle donne è di 1500 euro contro i 2400 euro degli uomini. Il mix povertà, solitudine, bisogno di assistenza vanno a comporre un quadro critico che prima o poi esploderà.
Ma il dato più negativo delle donne anziane, aggravato dalla condizion di solitudine è quello della invisibilità sociale. Nell’immaginario collettivo, e a prescindere da qualunque ruolo lavorativo o sociale abbiano svolto, le donne divenute anziane sono assenti ed invisibili: sfera della vita sessuale ed affettiva attiva, dalla prevenzione sanitaria (e qui si tratta di interruzione vera della diagnostica gratuita al compimento dei 74 anni, accompagnata dalla diminuzione dei consultori in Lombardia).Si guarda alle donne anziane come a delle nonne o potenziali tali a prescindere dai tassi di natalità, ed in genere si relegano e si auto relegano a ruoli familiari di accudimento (sappiamo che i caregiver sono donne. E non si pensa a loro per rendere accessibili anche a chi non ha pratica o mezzi digitali le informazioni imprescindibili che potrebbero migliorare la loro condizione.
Noi donne anziane possiamo ben denunciare che non ci sentiamo siamo cittadine a pieno titolo. Però si è scoperto che nella gran massa di anziani, di cui le donne sono la maggioranza, ci sono potenziali consumatori ed anche disponibilità di soldi maggiori che nei giovani adulti. Ed il fatto che le donne anziane siano in gran numero sole, le rende disponibili, chi se lo può permettere, per viaggi, mostre, cinema, teatri e centri anziani.
Quindi le donne anziane e sole con tutti gli stereotipi che le accompagnano (penso al termine cougar che è stato coniato per definire una donna anziana con un partner giovane, sono state scoperte come consumatrici, ed è sempre il commercio che ospita campagne sugli stereotipi dell’evergreen attraverso testimonial che parlano del fascino dei capelli grigi e non le istituzioni che ancora fanno fatica ad inserire il tema nelle scalette dei convegni o nelle normative.
Sono i medici a studiare gli effetti devastanti dell’isolamento sociale e non le istituzioni che dovrebbero fare progetti per una fascia così ampia di popolazione,
Non sappiamo se anche in Italia si farà il Ministero della Solitudine come in Gran Bretagna o in Giappone, e forse data l’aria che tira è meglio di no, ma se si volesse, magari anche solo un assessorato, ci auguriamo che sia composto anche da donne anziane perché i dati ci dicono che la vecchiaia è donna.