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La “nonnina” dà battaglia- e comincia dal linguaggio

LA “NONNINA” DÀ BATTAGLIA – e comincia dal linguaggio

Nonnina, nonnino, sono termini usati diffusamente quando ci si rivolge a persone anziane; ma hanno anche sostituito la corretta espressione, prevista nella lingua italiana, “Signora” e “Signore” che qualifica essere persone e perciò la loro intrinseca dignità.

Nel passato non troppo lontano, tale uso non era presente nel linguaggio quotidiano; le espressioni erano usate in ambito famigliare per qualificare relazioni affettive con i propri nonni. Altri contesti, dunque.

Allora perché c’è un uso diffuso di questo termine nella vita pubblica? Basta passare qualche ora negli ospedali, ambulatori, bar, e altri luoghi pubblici e ascoltare con attenzione per rendersi edotti che Signora e Signore è stato abolito se ci si rivolge a persone anziane.

Invece di interrogarsi sulla decadenza della civiltà che anche la lingua esprime platealmente alcuni commentatori si accaniscono sulle follie del “politicamente corretto”, sui progressisti che vogliono “cancellare e seppellire le nostre tradizioni” e così si ergono nella difesa dell’uso del termine nonnina/o.

Sono state scritte righe velenose a critica della proposta fatta dalla Commissione Federale Indipendente tedesca (una commissione contro le discriminazioni) che ha definito l’espressione nonnina/ nonnino discriminatoria perché discrimina in base all’età. Si ricorre alla retorica scrivendo che nel “cartellone europeo” è “in scena il teatro dell’assurdo” dove “soloni, professoroni e professorini della vita che tutto vogliono insegnare” devono, invece, lasciar lavorare il manovratore che chiama le cose con il loro nome! Il manovratore vuole una cosa chiara: negare le conquiste fatte, la riappropriazione della dignità, la denuncia dell’uso degli stereotipi e le discriminazioni che seguono.

E dire che di ageismo nel linguaggio che discrimina gli anziani (ma anche i giovani  se ricordate i tempi dei “bamboccioni”) abbiamo appena cominciato a parlare! Abbiamo iniziato a diffondere gli studi che dei pericolosi sovversivi ( così li considerano i manovratori che oggi vogliono cancellare la civiltà) hanno realizzato proprio per educare al rispetto e abbattere lo stereotipo che offende e toglie pezzi di cittadinanza ad una larga fetta della popolazione.

 

 

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