Mal comune mezzo gaudio: vita di Redazione di Donne IN
Giugno 11, 2023
E però intanto chi può si arrangi…così tanto per dire
Giugno 11, 2023
Mostra tutto

‌ Da leggere: “La picciona innamorata” di Renata Prevost

La protagonista del libro intervista l'autrice in uno scambio virtuoso alla scoperta di un libro delicato, poetico e originale

Evelina il personaggio principale del romanzo intervista l’autrice.

‘Come hai avuto l’idea di questo romanzo?’

‘Volevo scrivere una storia che fosse inserita nella generazione dei ‘Boomer’. Avevo un’idea abbastanza precisa, ma non mi bastava, mi sembrava banale e cercavo uno stimolo esterno.

Un giorno aprendo ‘Il Corriere delle Sera’ leggo un articolo che diceva: ‘ venduto per due milioni di euro un piccione viaggiatore belga’. Ho spalancato gli occhi. Ho capito che quello era il mio stimolo, quello che cercavo.

Tu sei nata in quel momento. Ho deciso di narrare due storie parallele, di una donna e una picciona; gli umani sarebbero stati senza nome ma tu dovevi averlo perché diventavi   il personaggio principale.  Evelina mi è apparso subito davanti agli occhi, nome lieve, dolce, divertente, aggraziato, femminile ma non debole, adatto a tutte le stagioni era perfetto per te.’

‘ Tu chi sei nel libro? Sei la donna? E’ un romanzo autobiografico?’.

‘Tutti gli scrittori scrivono biografie; l’ha fatto Proust, Salinger, Steinbeck persino Hemingway, la lista sarebbe lunghissima. Anche chi scrive fatti inventati parla di sé, ogni scrittore scrive cose che conosce, che ha provato o ha visto con i suoi occhi, emozioni, suoni, profumi, che ha letto, sentito, lo trasforma, lo fa suo. Questo romanzo non è una mia autobiografia ma una biografia di una generazione quale era la mia. Tu invece sei quella che era stato l’esempio della generazione prima, quella dei nostri genitori, che avevamo dentro, mentre scombinavamo tutto.

Ogni generazione lo fa. Io sono la donna e sono te, e non sono nessuno e sono tutto, esistono modi di essere e modi in cui si vorrebbe essere e non si può andare contro natura e la tua natura a seconda delle condizioni attorno a te cambierà ma lotterà nello stesso modo.’

‘E la tua mamma come è entrata nel libro?’

‘Mentre scrivevo la mia mamma che era ammalata, è peggiorata ed ero spesso da lei. Scrivevo molto in quella casa, pativo la situazione e cosa stava succedendo. E sorta spontanea   la voglia di parlarle come se le scrivessi una lettera.

Quel pezzo è scritto in prima persona, quello è autobiografico, quasi un diario, la voglia di mischiare tutto, passato, presente e futuro, anche questa è una storia di tutti e anche un omaggio a lei, infatti, il libro le è dedicato.’

‘Ma è scritto come un libro giallo, c’è tensione, oltre alle storie ci si aspetta una rivelazione’.

‘E’ così e la rivelazione appare nell’ultima pagina, come in ogni buon giallo, anche se questo giallo non è. Quel finale è il pensiero dell’autore, vale a dire il mio, quello che penso su tutta la vicenda come se apparissi solo alla fine, come uno stilista alla fine della sua sfilata. Sono l’autore. O l’autrice come preferisci. Se però leggi subito il finale, non capisci nulla.’

‘La casa editrice ha definito così questo libro:’ Si legge tutto d’ un fiato e poi puoi spiccare il volo per dovunque sia.’’

‘Mi sembra una bella definizione.’

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *