PER IL MIO BENE di Mimmo Verdesca
Che gioia rivedere quella magnifica attrice che è Marie- Christine Barrault (grande interprete per Eric Rohmer, Andre Delvaux, Woody Allen, Jean-Charles Tacchella, Fabio Carpi) in un ruolo bellissimo, che compone con quelli affidati a Barbora Bobulova (sempre stupenda), Stefania Sandrelli (immensa) e Sara Ciocca (grande promessa) un quadrilatero della maternità. In un racconto molto complesso e psicologico di riconoscimenti fra donne, nel ruolo di madri e figlie, naturali o adottive, sposate o single. A far scattare il gioco di rivelazioni e agnizioni è la malattia, ancora una neoplasia come nell’ultimo Almodovar, ma trattata come un’occasione di rivelazioni. E la ricerca della madre naturale (Barrault) da parte di una figlia (Bobulova) madre single, a sua volta adottata da una donna che non ha mai avuto l’occasione di rivelarle la sua origine, (Sndrelli) è autenticamente straziante. Mimmo Verdesca, autore di un bellissimo documentario su Alida Valli, si mostra di nuovo sottile conoscitore di universi femminili particolari, assolutamente speciali come quello della divina Valli. Con una sceneggiatura molto precisa e spesso ellittica, entra nella psiche, in particolare del personaggio straordinario della Barrault, chiuso in un dolore che l’ha condotta alla follia. Perdita e violenza, di fronte alla ricerca da parte della figlia disconosciuta e abbandonata, in cerca della madre naturale come donatrice per un trapianto, che troverà soprattutto la sua vera dolorosa origine. Barrault non si dimentica più, in quell’immagine di donna anziana, dolente e furiosa, murata in un dramma che non diventa melodramma, grazie a una scrittura cinematografica tagliente e silenziosa e all’interpretazione collettiva di un cast perfetto, dove ritroviamo anche un ottimo Leo Gullotta.